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Lontano da ogni cosa - Mattia Signorini



Buon Sabato a tutti!
Eccomi di nuovo qui a pralarvi delle mie letture della settimana.
Questo libro è stato il mio compagno di tempo perduto durante un sabato sera di pioggia e grandine. Miomarito era uscito con i suoi amici e io, rimasta a casa, dovevo per forza di cose trovarmi qualcosa da fare per impegnare il tempo. Allora, come prima cosa, mi sono guardata per la centomilamillesima volta il film Julie & Julia su Sky; poi ho deciso di prendere un libro dalla mia libreria e sistemarmi sotto il piumone dell'Ikea.



Il libro in questione si intitola Lontano da ogni cosa, scritto dal signor Mattia Signorini e pubblicato da una delle mie case editrici preferite: TEA. Il prezzo è 8.60 euro, pagine 271, codice ISBN 978885021751.

Come sono entrata in possesso di questo libro? Qualche tempo fa da Gulliver (la mia libreria preferita in assoluto) mia madre, approfittando di un 3per2, mi aveva regalato tre libri di questa casa editrice. Nessuno di questi tre faceva parte della mia wishlist quindi sono stati una vera e propria sorpresa. Il primo che ho voluto leggere è stato questo...direi che è arrivato il momento di raccontarvi il suo contenuto!

E' un libro vicino alla vita che sto conducendo ora: i ragazzi sono studenti universitari che si sono trovati ad abitare insieme in un appartamento in affitto per tutto il tempo in cui hanno frequentato l'università. Alberto e Stefano sono due coinquilini che vanno a lezione, studiano, si scambiano gli appunti e si fanno forza durante il periodo degli esami. A loro si aggiungerà, poi, Chiara, una ragazza conosciuta ad una festa universitaria che vuole fare la modella. Questi tre personaggi sono i tre vertici di un triangolo fatto di amicizia e, a volte, anche di amore.
Durante le duecentosettantuno pagine questo triangolo non farà altro che spezzarsi e ricomporsi vuoi per i litigi più stupidi, vuoi per il semplice fatto che la vita continua: dopo l'università, la laurea, hanno bisogno di un lavoro e mentre Alberto deciderà di seguire la strada dell'arte, Stefano con la sua laurea sotto un braccio e la sua malinconia nei confronti del passato e di Alberto sotto l'altro, si metterà alla ricerca della sua strada la quale sarà completamente altra rispetto il suo corso di studi. Stefano, infatti, riuscirà a scrivere una sceneggiatura cinematigrafica.

Il punto più particolare di questo libro è proprio la sceneggiatura.

Pagina 9:
3, 2, Uno

La cinepresa scivola sui movimenti di Alberto LAri che
gesticola e guarda nel vuoto quasi volesse impedirsi di
perdere il punto di giunta tra due pensieri, scarrella sul
suo volto di capelli semi-lunghi e Golden Virginia arro-
tolato in una specie di minisigaretta che gli penzola dal-
le labbra e sembra cadere da un momento all'altro ma
non cade mai, e gli conferisce un'aria involontaria di
afferratore di mondi e tessitore di idee e trascinatore di
gruppi. Stringe sull'immagine mia fuori quadro che entra a
scatti e interamente per qualche manciata di foto-
grammi e ne esce subito dopo frammentaria e barcollante.

Era l'ultimo anno di università[...]

Le parole che avete letto corrispondono alla prima pagina, il primo passo a cui andiamo incontro non appena decidiamo di leggere questo libro. Di fronte a questo incipit, io, personalmente, sono rimasta un pò allibita. Mi dicevo " ...ma che senso ha l'incipit se poi l'autore inizia a raccontare la storia di questi due che sono all'ultimo anno di università eccetera eccetera!?".
Poi leggi il libro e arrivi all'ultima pagina:




E allora capisci: durante la lettura del libro, in realtà, tu, lettore, stavi considerando i fatti che sono contenuti nella sceneggiatura di Stefano. Tu, lettore, sei dentro al film e scopri anche che il film, la cui trama non viene mai svelata, altro non è che la biografia di uno dei personaggi con i quali sei entrato in contatto durante tutto il racconto.
Che soddifazione chiudere un libro e dire: ho capito.

Non avendo di meglio da fare e avendo diverso tempo libero a disposizione sono riuscita a leggere l'intero libro in due forse tre ore, in questo modo ho avuto la possibilità di godermi questo film dall'inizio alla fine. Se vi capiterà di leggere questo libro vi consiglio di iniziarlo e finirlo nello stesso giorno, o al massimo nell'arco di tempo di una giornata. La cosa è fattibile prima di tutto perchè si tratta di 271 pagine secondo poi perchè la casa editrice ha impaginato il libro scrivendo le parole in esso contenute in corpo 14! E' scritto molto molto grande... se avessero usato un corpo di scrittura per così dire "consueto" probabilmente le pagine non sarebbero state 271 ma 120-130.
Come un racconto.

Credetemi, se riuscite a leggerlo tutto di un fiato potete capirne l'essenza e probabilmente vi stupirete, come me, di essere stati dentro ad un film e non dentro ad un libro.

Intelligente, è la parola che mi viene in mente per descriverlo...anche se il modo in cui è scritto non è intricato nè corretto (almeno in certi punti). Però mi è venuto da pensare che magari l'autore abbia scelto una prosa un pò scadente per simboleggiare qualcosa.
Sarà una critica ai film italiani sempre più scadenti?

Voi cosa ne pensate?

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