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La certosa di Parma - Stendhal


Ciao a tutti!
Mentre scrivo è l'una del mattino e so che dovrei già essere a letto a dormire, ma proprio non ci riesco. Ho studiato fino a tardi e sono preoccupata per ben due cose: la prima è che l'esame di Letteratura italiana moderna e contemporanea si sta avvicinando sempre più (la data stabilita è il 14 Febbraio); il secondo motivo è che ho timore che a causa di questa nuova bufera di neve la data verrà spostata di nuovo.
Sto studiando per questo esame da Novembre e sono proprio stanca di leggere e ripetere sempre e solo le stesse cose...fino a qualche minuto fa, ad esempio, stavo ripassando una dispensa e ora che ho terminato il ripasso ho deciso di staccare la spina dai libri e spostarmi sul web.

Questa neve oltre a non avermi concesso di uscire di casa mi ha permesso di leggere e studiare molto, ho tanti libri di cui parlarvi ma ora mi va di raccontarvi la mia esperienza con La Certosa di Parma:

La mia edizione appartiene alla Biblioteca dell'Espresso. pagine 481.

Chi mi segue su facebook sa che appena uscita la notizia di questa collezione mi sono precipitata dal mio giornalaio di fiducia, nonchè vicino di casa, per farmi mettere da parte tutti questi deliziosi volumi.
E' vero che molti dei quindici libri di cui è composta la collezione li ho già letti in passato, ma sono classici senza tempo e una rilettura, magari più attenta e consapevole, non fa mai male.

La Certosa di Parma è il secondo libro della serie (al termine del post vi lascio il link della mia recensione del primo volume).
E' la prima volta che leggo questo libro. La mia amata professoressa di lettere me lo prestò in terza media, ma in quegli anni la mia passione per la lettura non era forte come lo è ora. Per questo motivo sfogliai il libro qualche volta, lessi qualche riga con riluttanza e restituì immediatamente il libro alla Prof. Non era adatto a me. Tornassi indietro me ne direi quattro perchè questa volta l'ho letto da cima a fondo e l'ho adorato.

E' stato un vero e proprio esperimento: per la prima volta, reduce dall'esperienza con la raccolta di Rimbaud, ho letto l'introduzione per prima e poi l'intero libro. Non avevo mai dato molta importanza alle introduzioni. Gli esami di Letteratura italiana, però, mi hanno fatto rivalutare questi "portali magici" pronti attraverso le loro parole a trasportarci nel mondo del libro. E' stato entusiasmante vedere come tutto tornava durante la lettura.
In questo caso l'intro del libro è stata scritta da Annamaria Laserra e porta il titolo "Il quercio di Stendhal"; grazie ad essa ho scoperto che Stendhal chiuso in casa sua per 52 giorni, con un ritmo di circa 20 pagine al giorno è riuscito a scrivere l'intero romanzo da cima a fondo. Vi chiederete "Ma come è possibile?", e credetemi, me lo sono chiesto anche io. La situazione è questa: Stendhal trova un vecchissimo romanzo anonimo che raccontava le vicissitudini della famiglia Farnese, Stendhal ama alla follia l'Italia, e lo colpisce un lampo di genio. Immediatamente si chiude in casa dove rielabora l'intero testo, ma non lo scrive, lo detta ad un copista che insieme alla sua servitù è l'unico a potergli fare visita. Cinquantadue giorni dopo il manoscritto è terminato, i personaggi sono gli stessi ma cambiati d'abito, di nome e di fatto, e Stendhal può pubblicare quello che sarà uno dei suoi più grandi successi.

Ovviamente se non avessi letto questa introduzione non avrei mai potuto arrivare a queste conclusioni; non avrei mai conosciuto il suo immenso amore per la mia terra; non avrei mai potuto sapere che Fabrizio Del Dongo è un personaggio realmente esistito e che nella realtà si chiamò Alessandro Farnese nè avrei potuto intuire perchè il leit motiv di Stendhal è proprio la prigionia, la clausura, nella quale scatta il lampo di genio nei suoi personaggi e nella quale si compie in ogni suo punto il processo gnoseologico che porta i personaggi stessi a conoscersi fino in fondo. Non mi va di aggiungere altro riguardo alla storia in sè perchè perderebbe tutta la migia che potreste incontrare (se non lo avete già letto) nel momento in cui vi affacciate pagina dopo pagina alla vicenda.
Posso dirvi che se avete voglia di leggere un bel classico della letteratura, speciale, con un protagonista che veste calze viola e ha fortissima sete di conoscere il celeberrimo Napoleone mentre a casa (castello) madre, zie, padre e parenti vari si destreggiano in tresche amorose, complotti e tradimenti.
Bè, La Certosa di Parma fa al caso vostro

Buonanotte...o Buongiorno!

La Biblioteca Dell'Espresso:
Volume 1: Anna Karenina

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