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Il cappello del maresciallo - Marco Ghizzoni

Edito da Guanda, 250 pagine, 16 euro,
codice ISBN 9788823508071

Buonasera a tutti!
Ieri, 1 maggio e festa dei lavoratori, dopo una bella mangiata in famiglia quello che mi ci voleva era una lettura leggera, per trascorrere qualche ora al parco all'aria aperta.
Mi sono appostata di fronte alla mia Billy e, tra i tanti libri in attesa di essere letti, ho deciso di portare con me "Il cappello del maresciallo" di Marco Ghizzoni.

Grazie al sito Ibs.it ho vinto una copia di questo romanzo. Ho partecipato ad un concorso: si dovevano leggere le prime 27 pagine in anteprima e ai 400 che avessero inviato una recensione avrebbero spedito il libro in edizione speciale e fuori commercio. Intrigata dalla copertina e dal fatto che l'autore è un giovane italiano, classe 1983, ci ho voluto provare, e ho vinto.
Tutto questo per dire che avevo un'idea di cosa mi aspettava e sono stata contenta di aver letto questo romanzo.





TRAMA:  Boscobasso, succulento borgo in provincia di Cremona, è in subbuglio. Non solo il liutaio Arcari è stato trovato morto in circostanze imbarazzanti, ma pare che la sua perfetta mogliettina si sia messa a intrallazzare col becchino, mentre l'ex sindaco è "fuggito" dalla sua tomba: è troppo persino per il maresciallo Bellomo e per i suoi due obbedienti sottoposti. Nel breve volgere di due giorni, mezzo paese viene preso dalla febbre dell'intrigo, che non risparmia nessuno: dalla segretaria comunale Gigliola, zelante in tutto tranne che nel lavoro, al ruvido macellaio milanista Primo Ruggeri, per non parlare della barista Elena, contesa tra due uomini e ben decisa a conquistarne un terzo. L'indagine si complica, finché il maresciallo perderà, se non la testa, perlomeno il cappello... Una commedia degli equivoci sul filo del giallo che mette in scena con gusto la provincia italiana, i suoi caratteri, la sua allegria e i suoi misteri, in un intreccio che coinvolger e trascina come una sarabanda.


Si tratta di un esordio letterario, bisogna dirlo.
Secondo me, Marco Ghizzoni è un grande lettore e, sempre secondo me, uno dei suoi scrittori preferiti è Andrea Vitali. Dico che è un grande lettore perché per scrivere così bene bisogna leggere tanto. Però, in questo libro, Andrea Vitali è onnipresente. Mentre leggevo mi sembrava di avere tra le mani uno dei suoi romanzi: la struttura dei capitoli, brevi anzi brevissimi, è la stessa di Vitali e poi i luoghi, i personaggi, gli scambi, insomma, tutto.
"Il cappello del maresciallo" Non è un romanzo molto originale.
I personaggi sono descritti bene e facilmente inquadrabili all'interno dell'intreccio; ognuno di loro ha una personalità ben differenziata anche se già vista e parecchio stereotipata. Però ho trovato che l'approfondimento psicologico, che ogni personaggio merita, fosse carente quasi del tutto.

La vicenda poggia le basi su questo scenario e poi? Cosa succede?
Il liutaio, marito della bella e ricca Edwige, ha dato un grande prestigio a Boscobasso quindi - secondo la vedova - merita un posto di prestigio anche nel cimitero comunale. Edwige, sfruttando le sue spiccate doti fisiche, riesce a convincere il becchino a spostare la bara dell'ex sindaco, posta in bella vista all'entrata del cimitero, per sostituirla con quella del marito appena scomparso. Il becchino Bigio, innamorato da tantissimo tempo di Edwige, decide di farla contenta così che, magari, in futuro, dopo aver superato il lutto, sia chiaro! potranno sposarsi e iniziare una nuova vita insieme. Così, la sera stessa, insieme al nipote del macellaio, Bigio va al cimitero a riesumare l'ormai non più sindaco e sostituisce una bara con l'altra, pensando che nessuno si accorgerà mai di niente. Da qui il finimondo, evidentemente.
Questo libro potrebbe essere adattato ad una serie televisiva e potrei anche suggerirne una: Don Matteo.
Ecco, secondo me leggere "il cappello del maresciallo" è stato come guardare una puntata di Don Matteo. Anche se i personaggi sono già visti, un po' mi sono affezionata e anche se il mistero era risolvibile da pagina 50, mi è piaciuto leggere questa storia. E' un romanzo breve e leggero, nulla di innovativo e nulla di troppo ingombrante.
Piacevole, questo sì, però davvero non originale. Essendo scritto così bene, consiglierei a Marco Ghizzoni di scrivere ancora, ma (magari) cambiare genere potrebbe rivelarsi una buona idea. Anche perché, adesso che ci penso, a pagina duecento o giù di lì ho trovato che la struttura fosse davvero troppo confusionaria a causa dei numerosi punti di vista adottati.

Lasciamo a Vitali ciò che è di Vitali!

Su aNobii ho dato tre stelle, voi cosa ne pensate?

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