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Lolita - Vladimir Nabokov


Ciao a tutti!
Ieri pomeriggio sono stata al mare per la prima volta quest'anno. Ovviamente ho portato un libro da leggere e oltre a quello mi sono portata dietro anche la lista dei 1001 libri da leggere prima di morire, giusto per fare una specie di resoconto (un resoconto decisamente prematuro). Però ho fatto bene perché mi sono accorta che quest'anno (per la tesi e per piacere) ho letto un buon numero di romanzi contenuti nella lista e mi sono anche resa conto che non ho ancora pubblicato le relative recensioni. Quindi: è sabato, sono a casa e voglio recuperare almeno due o tre recensioni arretrate.
Iniziamo subito con un libro controverso, un capolavoro della letteratura moderna.




La pubblicazione di Lolita da parte dell'audace casa editrice parigina Olympia provocò una vasta indignazione. La violenta passione erotica del protagonista-narratore Humbert Humbert per la dodicenne Lolita, insieme all'intensità e alla portata del suo abuso di lei, sono genuinamente scioccanti specie per una cultura tuttora seriamente preoccupata delle violenze sui minori.
Scritto con il tipico stile immacolato dell'autore, questo romanzo violento e brutale solleva affascinanti domande sul ruolo della narrativa. Si può trovare bellezza, piacere e comicità in una storia eticamente ripugnante? Si può sospendere il giudizio morale in favore dell'apprezzamento estetico di una frase finemente cesellata o di un'espressione perfettamente equilibrata? Le risposte a tali domande restano oscure, ma nel misurare sostanza e stile, nel bilanciare così delicatamente l'etico con l'estetico, Nabokov inventa un nuovo genere letterario.
Il rapimento di Lolita da parte di Humbert e la fuga negli Stati Uniti nel folle tentativo di sfuggire alle autorità rendono il romanzo un lavoro inaugurale della narrativa postmoderna come anche una sorta di proto-road movie. Humbert è un europeo vecchio stile, amante di Rimbaud e Balzac, che nel mondo lucente dell'America industriale degli anni Cinquanta è affascinato dal vistoso richiamo di Lolita, delle sue gomme da masticare e delle sue bevande. Sull'incontro tra l'età venerabile e la crassa gioventù, tra l'Europa e l'America, tra arte alta e cultura popolare si basano molti romanzi e film nati sulla scia di Lolita. Senza di esso sarebbe difficile immaginare L'incanto del lotto 49 (1966) di Pynchon o Pulp Fiction (1994) di Tarantino. Prova della sua originalità e della sua forza è il fatto che il romanzo, dopo così tante imitazioni, resti ancora inquietante, fresco e commovente. [Tratto da pagina 504-505 di "1001 libri da leggere prima di morire"]

Lolita è un capolavoro.
Ora vorrei spiegarvi a parole per quale ragione credo fermamente in questa affermazione, ma non è facile data la complessità di questo romanzo.
Partirò dicendo che Nabokov oltre ad essere un genio è anche un maestro. Questo romanzo è scritto benissimo, con una prosa sofisticata e scorrevole, la struttura del romanzo è piacevolmente costruita e i personaggi sono ben caratterizzati. Humbert Humbert è il narratore ed è anche il protagonista, è il mostro vittima di una maledizione che lo affligge da anni, è un pedofilo, è un uomo temibile e disumano.
Lolita è la sua vittima. A lettura terminata, tra le mille domande che mi sono posta, quella che riecheggiava nella mia testa era sempre la stessa: Lolita è davvero una vittima?
Il libro è scritto in modo impeccabile, leggendolo non aggiungeresti altro e non elimineresti niente, tutto quello che si trova nelle 395 pagine del romanzo sta bene dove sta. Questo fa sì che il romanzo sia di per sé un vero capolavoro. Quando poi inizi a riflettere sulla trama e, soprattutto, sui personaggi ecco che si accende la vera scintilla.

Humber Humber, accusato di omicidio, si rivolge alla giuria e si difende raccontando la storia, esattamente come l'ha vissuta, quindi dal suo punto di vista soggettivo. Adesso dirò un'eresia, ma quando ho letto la trama del romanzo ero sicura che Humbert mi avrebbe disgustata, invece, leggendo il romanzo ho apprezzato tantissimo il suo modo di essere. Credo che Humbert sia uno dei migliori personaggi della letteratura, proprio perché è vittima della vita.
Il libro inizia con l'infanzia di Humbert e con il racconto del suo primo amore. Si chiama Annabel ed è una "ragazzina adorabile":
"Tutt'a un tratto ci innamorammo, pazzamente, goffamente, spudoratamente, tormentosamente; e senza speranza, dovrei aggiungere, perché l'unico modo di placare quella mutua frenesia di possesso sarebbe stato assorbire, assimilare sino all'ultima particella lo spirito e la carne dell'altro; e invece non potevamo neanche accoppiarci come due monelli di periferia avrebbero senz'altro trovato il modo di fare. Dopo uno spericolato tentativo di incontrarci di notte nel suo giardino (ma di questo parlerò più avanti) godemmo di un'intimità limitata, fuori dal campo uditivo, ma non visivo, dei bagnanti sulla parte affollata della plage."
Questo amore è interrotto dall'evento più inaspettato e irreparabile: Annabel muore, quattro mesi dopo muore a causa del tifo. Humbert continua a vivere, ma questo evento lo segna nel profondo, è un vero e proprio shock e il suo amore perduto, rimasto sospeso e non consumato genererà in lui una vera e propria malattia mentale. Per tutta la vita, anno dopo anno, non farà altro che cercare Annabel tra la folla, senza rendersi conto che Annabel avrà per sempre dodici anni. Humbert continuerà a cercarla e si innamorerà e si ecciterà al passaggio di ogni dodicenne simile a lei.
Il tema centrale è la pedofilia. Un argomento tabù, un argomento impossibile da comprendere, disumano e rivoltante, che Nabokov riesce a descrivere in un modo così  elegante che il lettore non può che restare incredulo di fronte a queste pagine.

Poi Humbert conosce Lolita, una ragazzina di dodici anni della quale si innamora, davvero. Lui è un uomo adulto, lei ha dodici anni, ma Humbert non riesce a reprimere il suo istinto e non riesce a sottrarsi alla maledizione di Annabel. Ciò che mi aspettavo a questo punto della lettura era o una scena truce o magari grida di orrore e terrore; Lolita che si dispera e scappa dalle mani di Humbert; Lolita che cerca di nascondersi e di sfuggire dalle grinfie di un uomo orribile; disgusto e delirio. Sono rimasta a bocca aperta quando ho scoperto che sia Humbert sia Lolita sono entrambi vittime di questo gioco malato.
Humbert soffre per amore e sempre Humbert viene sfruttato e raggirato in nome dei suoi sentimenti. Lolita, dodicenne, ha già avuto esperienze che normalmente le altre ragazze vivono a diciassette-diciotto anni. Lei si accorge dell'interesse da parte di Humbert e lo stuzzica continuamente. D'altra parte, però, Humbert è un uomo di mezza età, un pedofilo che tiene prigioniera una ragazzina molto giovane con la quale intrattiene una relazione sessuale. Non le permette di affezionarsi a nessuno; è costantemente geloso e lo è  in un modo così morboso da spingerlo a decidere di tenerla rinchiusa e nascosta dal mondo.
Poi scappano insieme e iniziano a vivere una vita clandestina e senza dimora, una vita fuori dalle leggi sociali e fuori dalle regole umane, fino a quando Lolita deciderà di abbandonarlo.

Pur essendo un romanzo scandaloso, visti i temi trattati, in questo libro non sono presenti né parole né descrizioni oscene e rivoltanti. Tutta la storia è raccontata con uno stile alto ed elegante, sono presenti continue allusioni, probabilmente con l'intento di azionare l'immaginazione del lettore senza dover esplicitare alcunché.
Nabokov è geniale e questo romanzo è un capolavoro.

Dopo trentasei anni, rileggo Lolita di Vladimir Nabokov...Trentasei anni sono moltissimi per un libro. Ma Lolita ha, come allora, un'abbagliante grandezza. Che respiro. Che forza romanzesca. Che potere verbale. Che scintillante alterigia. Che gioco sovrano. Come accade sempre ai grandi libri, Lolita si è spostato nel mio ricordo. Non mi ero accorto che possedesse una così straordinaria suggestione mitica {Pietro Citati}
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